Cade e distrugge l'asfalto nero sotto i miei piedi ed è calda e malsana quest'aria di falsa speranza che avvolge il groviglio confuso dei pensieri fantasmi ricordi pugnali e scende lungo la schiena il brivido felice di fresca innocenza di una gioventù dolce e spaventata e culla le mani e le dita violente di una grottesca mattina invernale.
Cristo, quanto amo la pioggia.
C. C.
venerdì 19 novembre 2010
lunedì 8 novembre 2010
First.
E' là, che cammina leggera sulle foglie. Quelle foglie gialle e rinsecchite di un autunno ormai passato. Fa freddo, e l'umidità ha creato una nebbia fitta che si insinua tra i cespugli.
E' là, e riesco a sentirla. Singhiozza, borbotta, ribolle nella sua disperazione. Urla, sbraita, si graffia il volto. Il suo bel volto giovane, fresco e candido. Ne sento quasi l'odore. Quel Narciso intenso e pungente, che mi ricorda la primavera.
Il profumo mi riempie la testa di pensieri. Di speranze, di paure, di fragili certezze. E mi sento in una morsa gelata, che mi fa tremare e accasciare per terra.
La Signora Libertà mi saluta facendomi l'occhiolino. Il mascara riga il suo volto inumidito dalle lacrime.
E moriamo insieme.
C.C.
E' là, e riesco a sentirla. Singhiozza, borbotta, ribolle nella sua disperazione. Urla, sbraita, si graffia il volto. Il suo bel volto giovane, fresco e candido. Ne sento quasi l'odore. Quel Narciso intenso e pungente, che mi ricorda la primavera.
Il profumo mi riempie la testa di pensieri. Di speranze, di paure, di fragili certezze. E mi sento in una morsa gelata, che mi fa tremare e accasciare per terra.
La Signora Libertà mi saluta facendomi l'occhiolino. Il mascara riga il suo volto inumidito dalle lacrime.
E moriamo insieme.
C.C.
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